CAREZZABELLA Winery, un progetto per gente audace


La zona è quella del Polesine, una lingua di terra compresa tra Po, Adige e Mare Adriatico nella provincia di Rovigo, poco o nulla conosciuta per la produzione vinicola. L’azienda è Carezzabella Winery della famiglia Reato. Quasi per caso, i Reato approdano all’agricoltura provenendo da tutt’altra attività lavorativa. Sono gli anni Duemila. S’innamorano del podere e ci si trasferiscono. A San Martino di Venezze c’è il Frutteto di San Martino, un’azienda agricola dei primi anni del novecento con un’immensa corte e 60 ettari di terreni a frutteto. All’epoca, brulicava di persone dedite alle attività agricole. Un sonante vociare di uomini e donne indaffarati e i loro piccoli, che scorribandavano gai di qua e di là, era il sottofondo che animava la corte. Decisamente un’istantanea d’altri tempi. Oggi, i bambini ci sono sempre e frequentano la fattoria didattica dalla mattina alle prime ore del pomeriggio. Un’esperienza che segnerà le loro vite. Ci sono anche i turisti di ogni nazionalità che si godono le coccole che l’agriturismo Corte Carezzabella offre loro. Soprattutto, c’è un sogno da realizzare. Parlo del Progetto Vino. Inizio datato 2010. Una grande sfida familiare di fare bene in modo autentico in un territorio affatto vocato alla viticoltura. Impresa mastodontica per gente audace, dal 2020 assecondata e sostenuta dall’enologo Francesco Mazzetto, classe 1991, ex D’Attoma boys. Terreni prevalentemente costituiti dalle sabbie silicee dell’Adige che conferiscono mineralità e sapidità, ma non struttura, ai vini. Situazione non facile da gestire. Ma Francesco Mazzetto ha tempra e caparbietà da vendere, come la famiglia Reato. Tre generazioni presenti, dal nonno al nipote di un mese, tutte impegnate in qualche modo nella realizzazione di un sogno. Nel 2020, Francesco Mazzetto si trova a vinificare uva non preparata da lui. Dal 2021, Francesco segue tutte le fasi di produzione dei vini, dalla pianta alla bottiglia. Gli obiettivi aziendali di ricerca dell’eleganza dei profumi e dell’ottima bevibilità dei vini sono pienamente condivisi dal giovane enologo. Nascono le 7 etichette attualmente in produzione: uno spumante e sei vini fermi, tutti biologici. Tanti gli studi di vinificazione in atto. Dei 22 ettari a vigneto, 18 sono a pinot grigio e 4 per le altre varietà. Una parte della produzione finisce sotto l’etichetta Carezzabella Winery, la restante è conferita alla cantina sociale. Circa 20000 bottiglie/anno, più o meno 3000 per etichetta.  Pinot grigio, manzoni bianco, trebbiano romagnolo, merlot e turchetta si vinificano in una cantina esterna, in attesa di vedere completata quella interna all’azienda. La turchetta è il vitigno che incuriosisce di più. Poco o nulla noto, usato in passato nel Veneto come uva da taglio. È protagonista di una recente riscoperta con l’inserimento nel Registro delle varietà riconosciute e autorizzate e per i relativi studi vegetativi e organolettici. Al momento non ci sono studi genetici, ma si sospetta una parentela con la varietà touriga nacional molto diffusa in Portogallo e probabilmente importata dalla Serenissima Repubblica di Venezia tra la fine del 600 e il 1797. Vitigno autoctono ed emblema del Progetto Vino di Carezzabella Winery, la turchetta ha una bassa resa (50-60 q.li/ettaro), è a bacca nera con acino grosso e buccia spessa, ricco in acidità e tannino con sentori di frutti rossi, terriccio e foglia secca. Vasta rosa di abbinamenti con i prodotti locali. L’azienda si avvale di 8000 metri quadri vitati a turchetta, più altri 7000 appena impiantati che entreranno a regime nei prossimi anni. Le potenzialità ci sono e, di anno in anno, si scoprono nuove peculiarità. Non esistendo letteratura al riguardo dalla quale partire per approfondire, enologo e agronomo studiano le migliorie d’apportare volta per volta. Viene vinificata in vasche di acciaio. In cantiere c’è la turchetta vinificata in legno di 2° e 3° passaggio per favorire la microssigenazione. In due incontri con i proprietari e l’enologo, uno a Roma e l’altro in azienda, ho avuto la fortuna di degustare i vini che producono. Il Brillo 2021, loro unico spumante, è rifermentato in bottiglia secondo il metodo ancestrale, 85% e 15% di trebbiano romagnolo e pinot grigio. Alcool 10,5% vol. Ottimo come aperitivo. La bottiglia bianca trasparente lascia apprezzare il bel color paglia di questo vino. Briosità e verticalità olfattiva si sprigionano nel bicchiere. Un pout-pourri di agrumi accompagnato da acacia, ligustro, lievito madre, erbe di campo fresche, mela e pesca bianca al naso che si confermano anche in bocca. Agilità e piacevolezza per una beva vivace, molto fresca e sapida. Il Pinot Grigio delle Venezie 2021, unica DOC aziendale, alcool 12%vol., vendemmia manuale a fine agosto, vinificazione in vasche di acciaio inox, matura sui propri lieviti e affina in bottiglia. Limpido color paglia con lievi riflessi verdolini. Note fresche e decise di lime, pompelmo giallo, pesca bianca, mela golden, pera abate e robinia. Gusto verticale, agile, ricco di gentile sapidità, equilibrio ed eleganza. Il Manzoni Bianco IGT 2021, 95% incrocio Manzoni 6.0.13 (riesling renano x pinot bianco) e 5% pinot grigio, 12.5% vol. di alcool, raccolta manuale a fine agosto, è vinificato in vasche di acciaio inox dove matura con i propri lieviti prima dell’affinamento in bottiglia. Paglierino deciso e brillante, sensazioni fresche di cedro e pomelo, mela e pera, aneto e sambuco. Fresco e sapido, leggera rotondità, spiccato equilibrio, finale ammandorlato. Si sta già pensando ad una versione di manzoni bianco spumantizzata con il metodo classico. Il Manzoni Bianco IGT 2022, 13% volume alcool, per una piccola parte matura in legno. Non svolge malolattica.  Al naso è intenso con ricordi di agrumi, pesca, nespola, prato appena tagliato e gardenia. Bocca fresca sostenuta da una maggiore alcolicità, sorso molto piacevole e ben bilanciato. Il Rosa 2020 Rosato Veneto IGT è merlot in purezza. Nasce dall’esigenza di concentrare la grande produzione di merlot dell’annata con una diradatura qualitativa: il 40% delle uve merlot con acidità pari a quella di uve bianche sono vendemmiate per dare il Rosa 2020, subito pressatura soffice e vinificazione in bianco in vasche di acciaio inox, il restante 60% delle uve è mantenuto ancora in pianta per la vinificazione del Merlot 2020 Rosso Veneto IGT. 12% in volume di alcool. Accattivante per il color buccia di cipolla ramata e le sfumature olfattive di piccoli frutti rossi, arancia rossa e sambuco. Gusto fresco, sapido e morbido. Il Merlot 2021 Rosso Veneto IGT è un merlot delle sabbie molto rappresentativo della zona con più profumi, meno corpo, tannino svolto da una macerazione più lunga, sapidità e piacevole bevibilità. Alcool 13% del volume. Rubino trasparente con olfatto che riporta a ribes, mora di gelso e rabarbaro, iris e pepe. Agile, morbido, netto, spalla fresco-sapida. Il Turchetta 2021 Veneto IGT è in purezza con alcool 13% vol., vendemmia manuale a inizio ottobre, fermentazione in vasche di cemento con quattro settimane di macerazione sulle bucce. Rubino denso. Prugna, mirtillo, amarena, pepe e cacao al naso. Sorso morbido con importante tannicità domata, acidità e sapidità sempre presenti, ancora un po’ giovane. Il Turchetta 2020 Veneto IGT, con il suo anno di bottiglia in più si mostra più complesso e compiuto, la beva ci guadagna e sorso dopo sorso la bottiglia finisce. Oltre che in legno non nuovo, Francesco Mazzetto sta provando a vinificare la turchetta con il raspo e in anfore Tava. Stay tuned! Prossimamente, qui.

 

Foto di Federica Schir e mie.

 

Ad Meliora et Ad Maiora Semper.

 

Stefania Belcecchi