Rosato: o lo ami o lo odi


Io lo amo. Chi? Il vino rosato, e chi sennò! Però, non siamo in molti. L’Italia, pur essendo il quarto Paese al mondo per produzione di questo tipo di vino, ne è uno degli ultimi per consumi. Solo il 5,5% contro il 30% della Francia, che beve rosé come beve bianchi e rossi. Allora perché in Italia stenta a prendere quota?

Va detto che i vini rosa non sono un’alternativa a metà strada tra rossi e bianchi, quando non si sa cosa abbinare ad un piatto. Ancor meno sono un blend di vini rossi e bianchi. Quasi sempre vengono prodotti da uve a bacca rossa con macerazione breve sulle bucce: è il tempo che il mosto trascorre a contatto con le vinacce a determinare tutte quelle accattivanti tonalità di rosa. Sono, quindi, una ben precisa tipologia enologica. Freschi e ricchi di profumi, non adatti a lunghi invecchiamenti, sono estremamente versatili negli abbinamenti. I produttori lo sanno e molti producono almeno un rosato. Anche i millennials lo sanno e ne apprezzano aromi e sapori. Esiste, altresì, una fascia di popolazione italiana, dai millennials a ritroso, che tende a bypassare i rosé a favore di bianchi e rossi. I consumatori più attempati, infatti, sono più inclini a scegliere così cosa bere a pasto o come aperitivo per svariate motivazioni e credenze. Sono ancora molto in auge i binomi carne – vino rosso e pesce – vino bianco e le convinzioni che i vini rosa siano da donna o che siano miscele di vini rossi e bianchi. Tutto ciò mette bene in rilievo che il nodo da sciogliere è proprio nella necessità di potenziamento dell’informazione, della conoscenza, della promozione, della comunicazione ed anche dell’assortimento nei locali della ristorazione di questa categoria enologica. È necessario “educare” il palato del consumatore con degustazioni a tema in enoteca, nella grande distribuzione e nelle piazze. BereRosa e I Drink Pink a Roma, Anteprima del Chiaretto a Lazise, Rosexpo a Lecce, Italia in Rosa a Moniga del Garda, Trasimeno Rosé Festival a Castiglione del Lago per citare alcune delle manifestazioni annuali sul tema ormai appuntamento per folle di wine lover. Parimenti, vanno menzionate le numerose guide ai vini rosati che hanno la funzione di supportare il consumatore nelle sue scelte. Cartacee e online, quelle di Slow Food, DoctorWine, Luciano Pignataro e Mangiaebevi vanno per la maggiore. Infine, la recentissima scesa in campo del Prosecco Doc Rosé, con il suo potenziale appeal sui consumatori, fa ben sperare. Allora tempo al tempo e i bicchieri saranno sempre più…rosati!  

Ad Meliora et Ad Maiora Semper.

Stefania Belcecchi