VALLAROM: due cuori, un’azienda


Il vino si fa in vigna. È semplicemente così per Filippo Scienza che ha imparato a vivere in simbiosi con le sue viti. Il suo percorso di conoscenza e consapevolezza enoica inizia da lontano quando i nonni Ezio e Giuseppina acquistano il maso e impiantano le prime barbatelle. Tutta la famiglia si appassiona alla nascente azienda agricola, anche chi fa tutt’altra professione, fino a produrre il vino che hanno in mente. Filippo studia all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, al Centre de Formation Professionnelle et de Promotion Agricole de Beaune in Borgogna e presso la School of Agricolture Purdue University California e fa molta pratica sia nel maso di famiglia sia in cantine italiane ed estere. Caparbio, passionale e stravagante, Filippo sa bene ciò che vuole per i suoi vini.

L’azienda Vallarom è ad Avio in Trentino, nella Bassa Vallagarina al confine con il Veneto e la provincia di Verona. È a conduzione matrimoniale, come amano definirsi Filippo e sua moglie Barbara. Tutto il lavoro in vigna e in cantina è condotto da Filippo coadiuvato dal giovane enologo Francesco Mazzetto, mentre Barbara si occupa del resto che non è poco, dalla gestione commerciale dell’azienda al loro delizioso agriturismo compreso.

L’azienda di 7 ettari sorge su un conoide di deiezione di matrice calcarea e su una rara morena del Norico, in un territorio vocato alla viticoltura praticamente da sempre. Due macroaree nettamente distinte tra loro. Il conoide è un terreno prevalentemente calcareo, formatosi dall’erosione glaciale e dal seguente scioglimento del ghiacciaio, con un po’ di dolomia ricca in calcio e magnesio. La parte alta del conoide è adatta a tutte le varietà a bacca bianca e al pinot nero. Sotto il maso il terreno è completamente diverso essendo una morena del Norico, molto più giovane, creatasi dall’accumulo di frammenti rocciosi, sabbia e argilla deposti dopo lo scioglimento del ghiacciaio al formarsi del fiume Adige. La parte bassa dell’azienda, con terreni argillosi e ricchi di ferro, quindi è idonea alla coltivazione delle varietà a bacca rossa: marzemino, merlot, cabernet e syrah.  

Un cenno alla storia della Vallagarina, senza andare troppo addietro, è d’obbligo per un’efficace contestualizzazione. Lembo più meridionale dell’Impero Austro-ungarico fino alla sua dissoluzione tra il 1918 e il 1919, quando diventa Italia. Fino ad allora, la zona è famosa per la produzione di vino esportato nei territori asburgici, per la seta con la presenza di tantissime piante di gelso e per il tabacco. Tuttavia, con l’annessione all’Italia, la vite soppianta in primis le piante di gelso e poi quelle di tabacco, sia in fondovalle sia in media e alta collina: fin dove si può coltivare l’uva con i terrazzamenti.

Subentrato ai nonni nel 1998, Filippo inizia subito a stravolgere la conduzione agronomica che dall’essere di tipo convenzionale diventa biologica ed ecosostenibile, con certificazione ICEA. Rame e zolfo, concimatura vegetale con sovescio, trappole naturali e confusione sessuale sono le uniche pratiche in vigna. La vendemmia è rigorosamente manuale con l’utilizzo di piccole cassette a protezione dell’integrità degli acini. La vinificazione avviene con il minor uso di macchinari possibile, comunque non invasivi come la pressa pneumatica, la pompa peristaltica, la sgranellatrice, preferendo i lieviti indigeni a quelli selezionati.

Tranne i vini dolci, vengono prodotte tutte le tipologie: metodo classico, rossi e bianchi fermi. Igt per i fermi e Vsq per le bolle. Piccole e micro produzioni a seconda della tipologia per un totale di 30/35000 bottiglie prodotte per anno.

Conosco Filippo e Barbara da molti anni ed ho avuto modo di assaggiare i loro vini ripetutamente. A seguire, un semplice escursus di alcune loro etichette dall’ultima mia visita in azienda.

Inizio dal Vallagarina Igt Vadum Caesaris 2021 frizzante. Metodo familiare con il fondo da uve pinot bianco 50%, chardonnay 30%, sauvignon 10% e riesling renano 10%. Prima fermentazione in acciaio, seconda fermentazione in bottiglia con lieviti naturali. Il Vadum Caesaris è prodotto nella versione frizzante dal 2009, prima era solo fermo. L’autolisi dei lieviti e il contatto prolungato con essi donano al vino complessità, ricchezza aromatica e struttura. Spiccati ricordi di frutta tropicale matura e pane appena sfornato, al naso come in bocca. Piacevole e fresca la beva. Si può scegliere di bere il vino limpido, lasciando il sedimento sul fondo della bottiglia, oppure torbido, mettendolo in sospensione.

Continuo con alcuni Metodo Classico dell’azienda, ne producono cinque, tutti non dosati. 72 Vino Spumante di Qualità Dosaggio Zero: vendemmia 2015, sboccatura aprile 2023, solo uve chardonnay vinificate in legno, presa di spuma in bottiglia e sosta sui lieviti 72 mesi. Bolla fine e continua che dà brillantezza al bel color paglia dorato. Pomelo, pesca, crosta di pane e timo al naso, verticale, sapido, agile e molto piacevole in bocca. 72 (rosso) Vino Spumante di Qualità Dosaggio Zero: vendemmia 2015, sboccatura aprile 2023, solo uve pinot nero vinificate in rosato con salasso, macerazione sulle bucce per 18 ore, fermentazione in acciaio, rifermentazione in bottiglia, affina sui lieviti 72 mesi, sboccato ad aprile 2023. Colore particolare che ricorda una bevanda al tamarindo con lampi rosso corallo, lucentissimo. Bolla fine e ritmata. Fresche note di arancia rossa, chinotto, mirtillo e lievito. Verticale, sapido, complesso, persistente. Ultimo e chicca per il palato il 120 Vino Spumante di Qualità Dosaggio Zero. Vendemmia 2012, sboccatura ottobre 2022, chardonnay in purezza. Il mosto fermenta e affina in barrique per l’intera massa. Dorato e luccicante nel bicchiere, la bolla è continua e fine. Complessità e personalità si articolano in una miriade di nuance olfattive: dalla crosta di pane all’albicocca, dalla salvia al cioccolato bianco, dal pomelo alla mandorla. Verticalità, cremosità e tanta rispondenza al gusto. Un sorso tira l’altro.                  

In mezzo c’è un bianco. E che bianco. Vallagarina Igt Chardonnay 2020 firmato Filippo Scienza è chardonnay in purezza, prodotto solo in annate particolarmente favorevoli. Vendemmia a mano, vinificazione e affinamento in barrique e tonneau di quercia di vari passaggi e di varie tonnellerie e in anfora Tava per 14 mesi, poi in bottiglia per un anno. Brillante color paglia. Fascinoso, deciso e intenso al naso con le sue note di pesca nettarina, arancia bionda, cedro candito, rosmarino e un idrocarburo appena accennato. Agile, fresco, sapido, carezzevole con finale di bocca lungo di agrumi e mandorle.

Un delizioso rosato: Vallagarina Igt Syrah Rosato Syrah in Rosa 2021. Uva syrah pressata sofficemente. Il mosto fermenta in anfore Tava con lieviti naturali, dove resta 7 mesi. Altri 8 in bottiglia. Cipolla ramata luminescente e fresche impressioni agrumate rosse e gialle poi ribes, nespola e pepe. Dinamico, leggermente tannico, avvolgente.

I prossimi cinque vini rossi corrispondono ad altrettanti momenti salienti nella storia dell’azienda Vallarom. Vallagarina Igt Pinot Nero 2020 firmato Filippo Scienza è la selezione tra i 35 cloni di pinot nero (su 4 portainnesti diversi) prodotta solo in alcune annate particolarmente vocate. Enfant terrible, tanto amato da Filippo. Vinificato in tino troncoconico di rovere di Slavonia, matura in barrique per un anno e mezzo e affina in bottiglia per un anno. Impatto elegante e grintoso: rubino nel bicchiere e mirtilli neri, marasca, pepe, tabacco e cuoio al naso. Conferme gustative: equilibrio, struttura, persistenza. Vallagarina Igt Syrah XX 2020. Primo impianto di syrah in Trentino. La produzione dapprima venduta a terzi, è interamente vinificata in azienda dal 1997. Nel 2017 esce XX per celebrare la ventesima vendemmia di syrah per solo uso aziendale. Rubino con note di mirtillo e mora, cardamomo, pepe e polvere di caffè. Rotondo con spessore fresco e sapido, tannino docile e lunghezza gustativa. Vallagarina Igt Fuflus 2018. Dal 2011 sostituisce il Campi Sarni. È un blend di cabernet sauvignon, syrah, merlot e cabernet franc. Macerazione sulle bucce di 15-18 giorni, maturazione in barrique per un anno e mezzo poi affinamento in vetro per altri 18 mesi. Nel bicchiere è rubino scuro. Giovane con notevole potenziale d’invecchiamento, grazie a sensazioni complesse di more e mirtilli maturi, iris, peperone, pepe verde, cacao e ad un gusto rigoroso e bilanciato, caldo e sapido, con tannino ben integrato. Da dimenticare in cantina. Vallagarina Igt Campi Sarni 2009 da uve cabernet sauvignon e franc, merlot. Rubino granato, vino di spiccata personalità con naso intrigante di prugna e mora in confettura, rabarbaro, caffè, tabacco e gusto pieno con tannino nobile e perfetto equilibrio. Per finire in bellezza con Trentino Doc Cabernet Sauvignon Vigneto Belvedere 1997: uve cabernet sauvignon in purezza vinificate in piccole botti di rovere, messe in bottiglia dall’azienda per la prima volta nel 1982. L’annata 1997 non fu facile ma molto stimolante. Oggi il vino è rubino granato, consistente. Ancora vegetale con confettura di ribes e pepe nero. Etereo, ampio, morbido, tannini vellutati e grande piacevolezza di beva.

 

Foto di Federica Schir e mie.

 

Ad Meliora et Ad Maiora Semper.

 

Stefania Belcecchi